Dopo una ricerca durata tre anni, finanziata dal Comune di Roccastrada, Barbara Solari ha pubblicato il volume Presenze femminili. ‘Le Amiche della miniera’ di Ribolla (1951-1954) (Edizioni Effigi).
La tragedia di Ribolla, lo scoppio della miniera il 4 maggio 1954, è stata studiata nel corso degli anni da molti punti di vista, dalla prima ricostruzione di Bianciardi e Cassola, I minatori della Maremma, fino ad arrivare alle molte pubblicazioni uscite in occasione del cinquantenario della sciagura, tra cui si segnala il volume collettaneo Ribolla, una miniera, una comunità nel XX secolo. La storia e la tragedia (Polistampa, Firenze 2005).
Il recupero di importanti documenti e testimonianze, che raccontano la nascita e la breve vita dell’associazione delle “Amiche dei minatori”, ha reso possibile la ricostruzione di un tassello fondamentale delle lotte sindacali nel secondo dopoguerra in provincia di Grosseto: il ruolo giocato dalle donne. Dell’Associazione “Le Amiche della miniera” facevano parte madri, mogli, sorelle, figlie di minatori. Tutte lottavano con e per gli uomini, si esprimevano attraverso un linguaggio coerente con il “paradigma dell’emancipazione”, in una cornice condizionata dalle formule delle lotte sindacali e politiche degli anni Cinquanta, anche se non mancarono intuizioni che anticiparono una consapevolezza di genere. La ricerca ha messo in gioco un soggetto – le donne – implicato prima, durante, dopo la tragedia di Ribolla in modo totale, in termini di vissuto personale e in quanto gruppo sociale, e che è stato, fino alla pubblicazione di questo volume, il soggetto muto per eccellenza.
Oggetto di particolare attenzione è il ruolo chiave giocato dalle donne, alcune costrette dopo la tragedia ad assumersi la responsabilità di scelte forti per le loro vite (le “vedove della Montecatini”), ma anche cariche di significati che le trascendono, in bilico tra la difficoltà di tenere insieme il nuovo – la scoperta della dimensione politica – e la rilevanza dei compiti di cura e degli affetti.
Arricchisce il volume una sezione fotografica, contenente immagini in gran parte già note e pubblicate, ma talvolta senza dati spazio-temporali e contesti, significative comunque per l’impatto emotivo che ottengono. Come sempre nel lavoro dello storico, domande diverse “trasformano” le fonti ed averle estratte dall’insieme delle immagini che documentano la storia mineraria della Maremma e dal generale contesto di quel tragico 4 maggio del 1954, averle guardate a partire dal tentativo di dare coerenza e centralità ai passaggi attraversati dalle donne come soggetti di primo piano e non come appendice, le ha trasformate.